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Valentina Garozzo

L'amore oltre le favole


“Quello di amare senza aspettarsi nulla in cambio, è bello nelle favole. Ma nella vita reale, un amore maturo richiede un delicato equilibrio tra dare e ricevere, perché tutto ciò che non è reciproco, è tossico.” Bert Hellinger

Qualche giorno fa questa frase, condivisa da un amico sulla sua pagina Instagram, ha colto la mia attenzione e smosso qualcosa in profondità. Un campanellino è suonato e ispirazione è arrivata. “Potrei scriverci sopra un pezzo”, ho pensato. Da un po’ valutavo se dedicarmi a scrivere qualcosa al riguardo. Forse il tempo è giunto a maturazione, o così mi sembra. Una cosa è certa, Bert Hellinger, padre delle costellazioni familiari, con le poche righe di questa frase ha dato chiarezza a pensieri e osservazioni che ronzavano nella mia testa da qualche tempo ormai. Ho riconosciuto in esse il sunto del faticoso lavoro interiore a cui ho dato avvio più o meno tre anni fa sul tema delle relazioni e che andrà avanti fino alla fine dei miei giorni, più che probabilmente. Negli ultimi anni molto è cambiato nella mia vita di relazione, dentro di me e nella manifestazione del mio mondo “fuori”, ma più mi dedico ad osservare e trasformare schemi, convinzioni, reazioni e comportamenti abituali, più vedo con chiarezza quanto siano radicate le limitazioni e quanto le cose in realtà potrebbero essere molto più semplici e dirette. Eppure, quanto è tosto andare a scandagliare questo lato dell’esistenza per disinnescarne le trappolette?

Meglio soli o accompagnati? La realtà è che non importa…

Spesso ci si interroga: è meglio stare da soli, o stare in coppia?

Nell’arco della vita ci siamo fatti tutti questa domanda, almeno una volta. Quando siamo soli e stiamo bene, non dobbiamo rendere conto di ciò che facciamo a nessuno, ma ogni tanto spunta una vocina nel profondo che si domanda: “Come sarebbe se avessi qualcuno qui con me?”. Al contrario, quando siamo in una relazione a volte può capitare che ci balzi in mente: “Non starei forse meglio da solo? Non sarebbe tutto più semplice?”. Certo, è vero, desideriamo sempre ciò che non abbiamo, ma non si tratta solo di questo.

Il fatto è che, essendone coscienti o meno, siamo qui per lavorare su noi stessi e trasformarci, e lo stare da soli o in coppia non è altro che un elemento funzionale alla nostra evoluzione personale. Se tutto viene guardato da questo punto di vista tutto è semplice e facile, lo sguardo è clinico, neutro, le emozioni non sono coinvolte, il quadro è chiaro: sono da solo perché mi è utile a capire che devo sviluppare amore verso me stesso e imparare a rispettarmi, sono intero e non mi serve nessuno che “possa completarmi”; oppure, sono in coppia perché mi è utile a capire che devo sviluppare amore verso me stesso e imparare a rispettarmi, sono intero e non mi serve nessuno che “possa completarmi”… suona strano? Il lavoro interiore è lo stesso, sono le dinamiche che possono differenziarsi. La coppia certo sembra essere un acceleratore quantico a livello della trasformazione interiore, ma in ogni caso, anche se siamo da soli, abbiamo sempre la necessità di osservarci attraverso gli occhi dell’altro, e quindi, comunque, attraiamo a noi persone o situazioni che ci aiutino ad evolvere nel quadro della nostra singletudine. Al fine evolutivo dunque, non esiste giusto o sbagliato, o un meglio o un peggio, esiste solo “cosa mi è utile per la mia evoluzione nel momento presente”. Chiaro, semplice, lineare.

Donne, società, libertà dagli schemi imposti

Vorrei aprire una piccola digressione al femminile su questo argomento, solo una breve parentesi. Perché fin dalla tenera età mi è parso chiaro e lampante che per la “società” la storia non fosse la stessa per noi donne, soprattutto in riguardo al tema dello stare o meno in relazione. Certo qualche progresso è stato raggiunto, ma ancora oggi ci viene imposto il peso di uno sguardo implacabile che, per esempio, ci giudica prive di utilità se raggiunta una certa età siamo da sole, o in una relazione non tradizionale e soprattutto prive di prole. Per il “fuori” siamo buone solo a cullare mandrie di gatti in abiti sciatti nel nostro triste appartamento di città. Ecco… donne, scordatevi tutto questo, dite un bel “chissenefrega” al giudizio altrui, siate libere e vivete la condizione che preferite, quella che sentite giusta per voi: da sole, in coppia, sposate, conviventi, in relazioni aperte, con figli, o senza. Tutto va bene finché lo avete scelto in coscienza, finché lo avete voluto e creato voi. Perché, appunto, ciò che importa è usare questi input esterni, per osservare e riconoscere quanto certi condizionamenti siano stati piantati in profondità nelle nostre menti, fin dalla giovane età e come si siano radicati in noi fin dalla prima favoletta sul “principe azzurro”… Alla fine, anche tutto questo, è parte del nostro percorso evolutivo, serve come stimolo al nostro cambiamento. Siate libere dentro e nulla potrà più condizionarvi dall’esterno.

L’amore incondizionato e le condizioni in cui cerchiamo di viverlo in Terra

Chiusa la digressione spiritual-femminista, mi pare doveroso toccare l’argomento dell’Amore. Quello con la A maiuscola, quello libero per davvero. Cosa significhi “libero per davvero”, anche questa è una bella questione. Sulla carta dovrebbe essere l’amore senza condizioni, senza attaccamenti, senza possesso, “senza aspettarsi nulla in cambio” come cita la frase di Hellinger, l’amore compassionevole, non-giudicante, collaborativo, equilibrato, armonioso.

È l’amore dell’Uno, l’amore Divino, che nella pratica quotidiana è molto difficile da raggiungere, o per lo meno, difficile viverlo davvero. È una descrizione dell’amore che possiamo afferrare con la nostra mente, capire, comprendere. Possiamo provarlo sulla nostra pelle in rari lampi di connessione illuminata. Possiamo aspirare e tendere verso questo Amore, ma a quanto viverlo e metterlo in pratica in questa veste umana è sempre, sempre, sempre, cosa non facile. Pochissimi hanno incarnato questo Amore incondizionato e sono riusciti a trasmetterne il messaggio. Detto ciò, non significa che la difficoltà di applicazione debba bloccare la nostra aspirazione e tenacia nel muoverci appunto verso questo tipo di amore, applicandolo alle nostre relazioni e alle nostre vicende quotidiane. Non è mai tempo perso ed è sempre anzi cosa buona e giusta, sia che siamo in una relazione o in un momento di solitudine. Questo sforzo gigantesco nella sua applicazione pratica richiede appunto, “un delicato equilibrio tra dare e ricevere” come afferma Hellinger.

A ben vedere tutto il Cammino interiore, in ogni sua sfaccettatura, richiede questo incredibile sforzo nel dosare gli equilibri. Può esserlo nel lavoro, in famiglia, con gli amici, in ogni occasione che ci porta ad essere in relazione con qualcuno o qualcosa, ma se guardiamo più in profondità, alla fine, riguarda sempre il rapporto che abbiamo con noi stessi, per primi.

E ogni potenziale situazione dove lasciamo che lo squilibrio regni sovrano, diventa in qualche modo per noi tossica. Non accade solo nelle relazioni di coppia, accade anche quando siamo da soli ed entriamo nella stagnazione, nell’apatia e quindi nella depressione e nella sensazione di separazione. In questo caso, come negli altri, una sola medicina ci può salvare: il richiamo di questo Amore superiore che ci viene comunque e sempre donato, senza nessun giudizio e a nessuna condizione.

Le cose importanti che ho imparato…

Qualche anno fa ho passato appunto un lungo periodo da sola, in una sorta di depressione controllata, (la chiamo così perché in qualche modo, se una parte di me cercava di portarmi giù, giù, giù, ce n’era un’altra che saggiamente osservava e non le permetteva di fare troppi danni), in quel momento mi sentivo in qualche modo persa e separata da quella grazia divina nel campo amoroso. Come se l’Universo mi guardasse le spalle in tutto tranne che in amore. È stato grazie anche all’ostinazione Universale, che continuava imperterrita a inviarmi messaggi non più ignorabili, che ho finalmente compreso: la mia infelicità in quel momento dipendeva solo da me, il fatto di volermi chiudere al mondo e rimanere nel mio buio era una mia decisione, e questo non mi permetteva di aprirmi a nuove possibilità e opportunità di relazione. Nel momento in cui l’ho accettato davvero, una porta si è aperta e ha dato la possibilità ad una persona totalmente inaspettata di poter entrare. Quest’anima ha portato con sé uno specchio nel cui posso osservarmi da angolazioni totalmente differenti. Qualcosa in me deve essere sicuramente maturato e cambiato, altre cose sono le stesse di prima e sono quelle che mi spingono a lavorare con più determinazione. Ma questa storia ha portato con sé anche tutta la novità di una relazione fuori dagli schemi tradizionali, in cui due persone si amano chiaramente e profondamente, eppure rimangono indipendenti, si aiutano reciprocamente, ma non rivendicano un ruolo e un possesso. E mamma mia, come è difficile mantenere gli equilibri in qualcosa di sconosciuto, in un amore che vuole essere incondizionato, dove nulla dovrebbe essere giusto o sbagliato e tutto dovrebbe essere solo utile al fine della propria evoluzione personale. Sì, come è difficile quando mille aspetti di te continuano lo stesso a spingerti verso i vecchi, rassicuranti e abituali schemi! Un’esperienza. Un viaggio nell’inesplorato, giusto per me in questo istante, per comprendere che la relazione si può vivere con questo intento e che le basi che si stanno costruendo sono comunque le basi per una relazione “per la vita”, poiché, che si decida di continuare la strada assieme o meno, sono le solide fondamenta della fiducia tra due esseri umani.

E in questa danza, in cui ti rendi conto che è tutto un far passi barcollando come funamboli su corde sottili a metri da terra, la cosa più importante è davvero la sincerità. La sincerità verso me stessa e verso l’altro al contempo. La sincerità, per capire cosa voglio, cosa non voglio, per rispettarmi, e una comunicazione chiara. Queste probabilmente sono le componenti più importanti da implementare in qualsiasi tipo di relazione umana, partendo da quella con noi stessi passando per tutte le altre, perché appunto “un amore maturo richiede un delicato equilibrio tra dare e ricevere, perché tutto ciò che non è reciproco, è tossico.”

719 visualizzazioni2 commenti

2 Comments


merianichiara
Jul 20, 2020

Una relazione per la vita, comunque vada. Se le colonne portanti sono la sincerità e la fiducia. Il rispetto. L'amore ha mille sfaccettature e mentre le persone (nonostante tutto, io inclusa, mio malgrado) gli mettono etichette e lo fanno entrare dentro dei ruoli, lui esiste come l'acqua, prende qualsiasi forma gli diamo, ma...sempre acqua resta!! Ti capisco cosi bene nonostante la mia situazione sia cosi diversa (o forse cosi uguale... acqua!!) E la vita va avanti...

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vanessamatuzzi
Jul 15, 2020

Un articolo molto interessante e molto vero, una fonte di riflessione profonda e di ispirazione. Grazie

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