Dire che questo periodo ha portato sconquasso e confusione nella vita di tutti e anche nella mia, certo corrisponde al vero, ma non è l’unico punto di vista da cui mi sento di guardare la faccenda. Se vado più a fondo posso dire che questi mesi mi sono serviti molto per tirare alcune somme e rafforzare ancora di più la mia volontà, ma soprattutto a ricalibrare la mira.
Non tutto il male viene per nuocere, si dice.
La filosofia del Ghepardo
C’è una carta negli Spirit Animals di Kim Krans che ben si addice a questo mio sentire e vivere il momento: la carta del Ghepardo.
Il Ghepardo in corsa è quell’animale che rappresenta come il fuoco interiore si propaghi appunto con forza, coraggio e vigore dal nostro centro verso l’infinito, ma per far sì che questa energia sia attiva ed equilibrata, il Ghepardo deve ricordare di connettersi costantemente con le sue passioni e con la motivazione per la quale si era buttato in questa sua impresa, non è un caso poi che sempre il Ghepardo sia rappresentato anche nel mazzo dei tarocchi della Krans, nella carta dell’arcano numero uno: il Mago.
Succede spesso di poter perdere il focus quando l’obiettivo da raggiungere è alto o lontano, quando richiede lungo tempo per la sua realizzazione e non si possiedono garanzie sulla sua buona riuscita, quando arrivano gli ostacoli, quando il tutto richiede tenacia, pazienza, consistenza e perseveranza. Spesso e volentieri, a causa della nostra naturale tendenza alla distrazione, può essere molto facile perdere di vista l’obiettivo e la motivazione in piena corsa. È così facile distrarsi, soprattutto in un momento come l’attuale, dove cerchiamo di barcamenarci tra una scossa di terremoto e l’altra, dove le informazioni attorno si fanno appositamente confuse e contraddittorie, dove il caos regna sovrano. La nostra attenzione si aggancia “fuori” e facilmente ci si scorda anche che abbiamo sempre a nostra disposizione la chiave che apre tutte le porte: il nostro potere personale, la nostra magia.
C’è solo una cura
C’è solo una cura. Fermarsi, osservare, riportare la propria attenzione dentro, riconnettersi all’aspirazione e al proposito iniziale, proseguire il nostro percorso ancora più forti e determinati di prima, perché non siamo mai vittime di qualcuno o qualcosa. Noi e solo noi deteniamo la decisione e il potere di liberarci dai condizionamenti, una volta presa questa decisione c’è solo da fare affidamento nella guida e nel supporto che ci può offrire l’Universo in questa impresa. Si tratta ancora e sempre di un delicato gioco di equilibri tra l’applicazione del libero arbitrio, e il lasciar fare a questa saggezza più grande di tutti noi. Tra il mettere in moto un processo e il non attaccarci al risultato finale, chiedendo sempre che si compia il massimo bene per tutti e osservando come questa Forza sia in grado di smuovere montagne al posto nostro.
Non mi stancherò mai di ripetere che non è davvero una frase fatta, o scontato dire, che ciò che è veramente importante è il viaggio e non la meta; che sono importanti i processi che mettiamo in atto per raggiungere un obiettivo e non l’obiettivo stesso. Ciò che davvero importa è come decidiamo di partecipare a questo gioco. Perché in questo si innesca la crescita, e crescita può essere anche nelle cadute e nei fallimenti, o nelle sventole che possiamo ricevere, come questa della “pandemia”. E allora l’importante diventa come ci rialziamo, come integriamo l’esperienza, come la processiamo, come decidiamo coscientemente di rispondere a determinati stimoli, come rispondiamo a domande come “Per quale ragione ho deciso di imbarcarmi in tutto questo?”.
All we need is to relax
In riguardo a questa cosa del fare affidamento e dell’arrendersi all’Universo, mi viene da raccontarvi dei tempi in cui avevo il terrore di volare in aereo e non viaggiavo spesso o non sceglievo determinate destinazioni, perché temevo di non farcela a stare seduta per ore dentro una scatoletta di metallo fluttuante nel cielo senza farmi venire una crisi di panico. Dopo un lungo e tosto lavoro interiore e un serio impegno preso con me stessa, ce l’ho fatta e adesso non vedo l’ora quando è il momento di salire su un aereo e viaggiare. Penso a questa esperienza interiore come a una metafora del saper abbandonare il controllo ad ogni costo per affidarsi alle cure e al sostegno della saggezza universale. Penso a questa esperienza per ricordarmi che se l’ho fatto una volta lo posso ancora rifare. Quando saliamo su un aereo in fondo altro non possiamo fare che affidarci alla saggezza e all’esperienza di chi lo pilota, lo stesso avviene in questa danza della co-creazione in collaborazione con l’Universo, tra l’assumersi la responsabilità dei propri sogni e delle proprie azioni e il lasciare il risultato finale nelle sue buone mani. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è davvero fare un respiro profondo e rilassarci, permettere a questa saggezza di guidare i nostri passi, mollare l’osso e donarlo a chi ne sa di più di noi.
Certo arrendersi e abbandonare questa tendenza al voler controllare e pretendere che tutto sia perfetto sempre e come vogliamo “sennò è un fallimento”, non è cosa facilissima. Come non ci è semplice entrare nell’ottica di una società che veda come più importanti i processi innescati nella partecipazione più che il vero e proprio risultato finale. Ma cos’è questo se non lo specchio di ciò che tratteniamo dentro di noi come singoli individui… Lasciare andare, lasciare che sia senza giudicare, apprezzando gli sforzi fatti e i click interiori scattati, osservare come tutto ciò lavora in noi e guardare da dove siamo partiti, con quale stato di coscienza… e a volte farci un bel “pat-pat” sulla spalla riconoscendo che un bel po’ di passi sono stati camminati anche se molti altri sono ancora all’orizzonte. È lecito anche fermarci un pochino se ne sentiamo la necessità, se per un momento ci fa piacere anche piangerci un po’ addosso, ma poi fare un bel respiro e renderci conto che la chiave è in noi e che solo noi abbiamo la responsabilità di usarla per aprire nuove porte. Spetta a noi per primi farci un bel sorriso e ricordarci che siamo amati e supportati, e che questo è sempre un buon punto di partenza per non perdere mai la speranza nelle nostre infinite possibilità.
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